Dal 9 ottobre 2021 al 30 gennaio 2022 presso la Fondazione Ferrero di Alba, si aprirà la mostra Burri, la poesia della materia, a cura di Bruno Corà. Ingresso gratuito.
La mostra al via dal 9 ottobre presso la Fondazione Ferrero ad Alba, ha un titolo funzionale e esplicativo del tema: Burri, la poesia della materia
Non si tratta di una poesia nella consueta forma scritta, espressa in rime e parole; Burri non è un poeta che governa lo spazio nella pagina, egli qualifica la materia e la trasforma in un elemento magnetico, un elaborato artistico carico di “segreto vitale” ed energia concreta. Attraverso bruciature, saldature, cuciture, rammendi, squarci, le 45 opere esposte (che provengono in parte da Palazzo Albizzini e in parte da collezioni private) manifestano al visitatore un magnetismo materico, una poesia concreta.
“Nell’evidenziare il rapporto tra Burri e la poesia, la mostra mantiene al centro della riflessione la materia, intesa come fonte inesauribile di sperimentazioni in una totale libertà di approccio al fare pittorico, generatrice di processi creativi in continua evoluzione. L’opera dell’artista è osservata come un laboratorio di sperimentazione incessante che ha anticipato, con la sua ricerca fondata sulla riqualificazione linguistica, molte delle questioni che hanno interessato le correnti artistiche degli anni Sessanta del Novecento, come il Nouveau Réalisme, l’Arte povera, l’Arte neuminimale o il Fluxus”
LE AREE ESPOSITIVE
I CATRAMI o MUFFE: attraverso varie misture di pietra pomice e colle, l’artista offre elaborati chiamati catrami, successivamente denominati muffe dallo stesso artista,
I SACCHI: Uso di materiali aspri, privi di qualità che Burri raccoglie per dargli nuova vita, per raccontare il vissuto della realtà
COMBUSTIONI: Osservando un lavoro preparatorio attento , Burri applicava un telo plastico al telaio e, con un metodo inderogabile, trasfigura la materia plastica che cedeva facilmente. ” nella combustione, tutto vive e muore per fare una unità perfetta”, sono le parole dello stesso artista.
LEGNI E FERRI: Nella stessa sala, sono esposte opere che, a partire dal 1958, ” sembrano recare echi di una epica forza pre-rinascimentale” Quelle che nei “sacchi” sono cuciture saldature, “nelle lamiere dei ferri divengono sofferte saldature”.
LA PLASTICHE: Se i tradizionali dipinti raccontano con figure, Burri, con la vile e consueta plastica, vuole raccontare, a modo suo, un’era che non riconosce più dalle sole immagini bensì dai materiali
CRETTI: Si tratta di tele sulle quali l’artista rappresenta un intreccio di crepe dai colori bianchi oppure neri. Le opere appaiono come dei terreni argillosi molto secchi con vistose crepe in rilievo
CRETTO DI GIBELLINA: “Al centro della città di Alba, gli spazi espositivi di Palazzo Banca d’Alba offrono, parallelamente alla mostra in Fondazione Ferrero, un’ulteriore opportunità per conoscere la poetica di Alberto Burri. L’esposizione Burri. Il Cretto di Gibellina a cura di Bruno Corà, Tiziano Sarteanesi e Stefano Valeri, è dedicata all’opera di land art e site-specific che Alberto Burri ha realizzato a Gibellina, il paese siciliano distrutto dal terremoto del Belice nel 1968, trasformandolo in un simbolo di rinascita estetica. Il maestro umbro, tra 1985 e 1989 concepisce e avvia la composizione del “Grande Cretto” (concluso nel 2015), utilizzando il cemento bianco per inglobare e trasformare le macerie irrecuperabili della città vecchia in un ideale sudario rivolto alla memoria del tragico evento. Da questa imponente operazione prende forma un’opera tra le più estese del mondo con i suoi 80mila metri quadrati di ampiezza.”
L'ARTISTA
Equilibrio, controllo interiore, rigore. Preposto a continue prove e
alla ricerca, Burri è un artista concentrato e funzionale. Nulla è a caso,
conferisce magnetismo all’elaborato artistico. La centratura e il metodo con i quali elabora la materia, caricano l’elaborato artistico di una energia vitale
intensa, che oggi è fortemente fruibile nelle sue opere. Essere per
significare, esistere per esprimere. “Ho in mente da tanto tempo, di dire
come bruciano le cose”. Mosso dalla necessità di raccontare il suo tempo,
i suoi elaborati hanno la capacità di attirare e respingere nello stesso
momento. Come nel suo tempo si alternano barbarie e violenze a raffinate suggestioni
dell’intelletto, così egli propone la materia povera o bruciata, in perfetta
sezione aurea, magistralmente stesa sulla tela.
Rendere armonico ed ordinato ciò che prima era caotico e disfunzionale, una capacità quasi sciamanica, di nobilitare ciò che noi, comunemente buttiamo.
Che bell’articolone. Già mi interessava, ora non perderò per nulla al mondo!
Completo ed esauriente.Brava complimenti.