TERROIR: NEL NOME DEL CLIMA, DEL SUOLO E DEL LAVORO DELL’UOMO

Sant’Agostino, in Le confessioni confida a Dio:

  “Sono diventato terra di pena e di sudore immenso. Non stiamo scrutando le piaghe del cielo, o le distanze tra le stelle, o il peso della terra: sono io che ricordo, io in quanto spirito”

 

Il terroir come l’oblio, una perdita di sensi che viene nominata dalla memoria e ne cerca un’immagine. Attraverso di essa si aiuta la facoltà a salire verso la Luce.

Il sole non cerca di splendere, splende e basta; il giorno non cerca di passare, trascorre e basta, l’albero non cerca di fiorire, fiorisce. Del terroir non va ricordato il suono della parola, ma la realtà che significa.

Il terroir è l’equilibrio che si crea tra il clima, il suolo e il lavoro dell’uomo.

 E’ una memoria con ampie distese, vasi comunicanti, immagini, corpi, presenze reali e fattori metereologici. E’ una circostanza impossibile da riprodurre altrove. Accade solo qui ed ora. Il Terroir è illuminato, non si sforza, assertivo e disinteressato.

 

I tre fattori che lo trovano, come vasi comunicanti, interagiscono tra di loro per dare unicità, identità, essenza, qualità, a quel determinato vigneto e dunque, al suo successivo vino. Due vigne, una della cantina A, l’altra dalla cantina B, poste una di fianco all’altra, hanno sì lo stesso suolo, lo stesso clima, ma cambia il lavoro dell’uomo, la scelta della pratica colturale. Portare all’assaggio due vini di questo tipo, che cambiano tra loro solo per un aspetto, significa cogliere la vera influenza della modifica di un solo elemento.

Quindi cogliere l’incredibile efficacia di questa esclusività, porta a valutare una tipicità reale. Più una bottiglia di vino proviene dalla vinificazione di un determinato vigneto, più se ne riuscirà a cogliere l’effettivo terroir, e ne saremo entusiasti. Vivere un territorio fuori tempo e luogo, dove tutto può accadere e dopo il quale potremmo essere profondamente cambiati. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

 

Il Clima come il Padre, Dio. Non è forse anche il Clima, in agricoltura, trascendente, non riducibile, indomabile, onnipresente e onnisciente? Le condizioni metereologiche si sa, “sono quelle che sono” (Esodo 3,14), come Dio. La luce, la temperatura, l’umidità, l’annata hanno diversi effetti sui processi biochimici della maturazione e dunque, sulla qualità delle uve. L’Amore, il Perfezionamento, l’Universalismo hanno diversi effetti sui processi di Fede e dunque, sulla qualità dell’uomo.

Il Suolo come il Figlio, Gesù di Nazaret. Da fonti pagane egli fu un rivoluzionario, istigatore di continui tumulti, fondatore del cristianesimo, della Chiesa cristiana, agitatore della Giudea, Uno con i piedi per terra insomma. Nel vangelo secondo Marco Egli, appena battezzato, si ritira nel deserto per quaranta giorni, successivamente, rientrato in Galilea e ospite ad un banchetto nuziale, compie il suo primo miracolo.

Tramutazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana, dopo la terra dunque la sete, il vino aiuta in questo. Così il Figlio del Padre, come la Terra, figlia della Roccia Madre. Una sommità che sovrasta strati di ricchezza, salvezza, nutrimento, promesse, appoggio, acqua, mineralità, alla quale ogni pianta ha bisogno di affidarsi.

 

 

Il Lavoro dell’Uomo come lo Spirito Santo. Nella viticoltura l’uomo privilegia vitigno, esposizione, forma di allevamento, tempi, spazi. La gestione del vigneto è materia di approfonditi e importanti studi in agronomia. Tale intervento procede dal Clima e dal Suolo, come lo Spirito Santo procede dal Padre ( concilio di Costantinopoli 381 d.C.). Quest’Ultimo è la Terza persona della Trinità, Sensibile, Azione, non riducibile a semplice nome. Il lavoro dell’Uomo è la parte attiva del risultato, è la parte sensibile, a prescindere da come si chiami l’operatore.

La pianta della vite ci insegna a prendere coscienza di questa unicità, che è anche dentro di noi. Siamo fiammelle prelevata da un Immenso Falò, dunque da Esso, della stessa sostanza. L’esclusivo ecosistema viticolo, ogni giorno versato nei calici delle nostre tavole o sugli altari, è fratello, ologramma, avatar di ciò che di più Sacro possiamo trovare nelle nostre esistenze.

 

Lascio il link dell’opera di Sant’Agostino, le cui pagine mi hanno rapita, coperta di luce

LE CONFESSIONI DI SANT’AGOSTINO

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *